La legge di stabilità è frutto di un difficile equilibrio fra la richiesta del Governo Renzi di un poco di flessibilità e la fermezza della UE nel voler mantenere intatti gli obbiettivi richiesti. L’Italia è, come sempre, la più sorvegliata insieme con la Francia. Bruxelles guarda anzitutto allo sforzo di aggiustamento strutturale del deficit, che Roma conferma allo 0,1%.
La Commissione dice che è una «questione di aritmetica», ma c’è anche la consapevolezza che una bocciatura della Francia e dell’Italia darebbe corpo alle critiche anti-austerità e porterebbe i mercati a penalizzare i sanzionati.
Le regole che i governi dell’Unione si sono dati stabiliscono che la correzione del deficit strutturale debba essere di almeno lo 0,5% annuo, ma Bruxelles ha chiesto all’Italia lo 0,7 nel 2015 in ragione del debito pubblico italiano. Per sostenere la crescita l’Italia – scrive il governo nella Legge di Stabilità – realizzerà lo 0,1%, spostando al 2017 l’obiettivo del pareggio contabile concordato per l’anno venturo.
“Legge di Stabilità: 18 miliardi di tasse in meno” così il Governo presenta questa manovra finanziaria da 36 miliardi – inizialmente era preventivata di 30 – che persegue l’obiettivo da anni prefissato del rilancio del Paese.
I punti principali sono
Infine il ravvedimento operoso, che attualmente prevede la riduzione delle sanzioni a 1/8 del minimo solo entro un anno, arriva a coprire i termini dell’accertamento con sanzioni minime via via rimodulate in funzione dei tempi con cui il cittadino sana l’errore. Sanzioni ancora più ridotte se la regolarizzazione avviene entro 90 giorni, anche sui versamenti;
Queste sono le linee guida della finanziaria 2014-2015 che vanta 18 miliardi di tagli alle tasse, equamente ripartiti tra Irpef e Irap:
– agevolazione alle imprese per assunzioni a tempo indeterminato e rispettivi incentivi triennali,
– detrazioni per le famiglie,
– interventi a supporto delle partite Iva,
– credito d’imposta per favorire gli investimenti in ricerca e innovazione.
Quanto alle coperture finanziarie, le annunciate misure del governo, si ripercuotono severamente sugli enti locali, chiamati a “finanziare” le misure pro lavoratori e imprese.
Consulta il documento completo: UIL – Documento per OCSE
FONTE: UIL – Unione Italiana del Lavoro
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